Come la Moda ha influenzato i Videogiochi e viceversa
Negli ultimi anni, l’industria dei videogiochi si è trasformata in un colosso globale, superando per fatturato sia il cinema che la musica. Questo successo si è accentuato durante la recente pandemia, quando il gaming è diventato più di un semplice passatempo: è stato un luogo virtuale dove incontrarsi, condividere esperienze e sentirsi parte di una comunità. Non sorprende poi che l’età media dei giocatori sia salita a 35 anni, con un pubblico sempre più diversificato che include una crescente percentuale di donne. In questo panorama in evoluzione, il gaming non è più solo il regno dei “nerd”, ma un ambiente dinamico e ricettivo, pronto ad accogliere nuove influenze. Tra queste, la moda ha trovato un terreno fertile per esprimersi e sperimentare. Così, due mondi apparentemente distanti, l’uno basato sull’estetica e sull’esclusività, l’altro sulla tecnologia e sull’interattività, hanno iniziato a dialogare e fondersi. Parliamo di Fashion Gaming, dove i personaggi di videogiochi iconici indossano capi firmati da Valentino o Gucci, e dove i brand di lusso creano collezioni digitali per ambienti virtuali. Ma questa storia non è a senso unico: i videogiochi, a loro volta, hanno influenzato profondamente il mondo della moda, ispirando collezioni, estetiche e persino nuovi modi di interagire con il pubblico. La connessione tra Moda e Videogiochi non è solo un fenomeno di costume, ma una fusione di linguaggi che riflette l’evoluzione delle nostre società iperconnesse.
Come i videogichi hanno attirato a sè la moda
Se guardiamo al fenomeno, indagando in una sua miccia che ha fatto esplodere tutto, troviamo come esempio emblematico il concerto virtuale di Travis Scott su Fortnite, che ha attirato quasi 28 milioni di utenti in un evento che combinava musica, spettacolo e moda. Da quel momento il mondo del gaming è diventato un terreno fertile per collaborazioni sempre più creative. Diversi brand di sono avvicinati al marchio del Battle Royal, dando in pasto ai giocatori i capi dell’industria stessa, da poter far indossare al proprio avatar. Ma non si tratta solo di vestire avatar. L’avatar stesso è diventato una nuova forma di espressione personale. Non è solo una rappresentazione fedele di noi stessi, ma il nostro alter ego ideale, un modo per esprimere il nostro stile desiderato e sperimentare identità che nella vita reale potremmo non osare indossare. L’abbigliamento e gli accessori virtuali permettono di vivere il lusso in modo accessibile, trasformando il “sé virtuale” in una dichiarazione di stile. Le collaborazioni tra moda e gaming hanno raggiunto anche il metaverso, dove i negozi virtuali di brand come Dolce & Gabbana, Bulgari e Balenciaga offrono esperienze uniche, abbattendo le barriere di accesso al lusso. Grazie alla realtà aumentata e alle tecnologie ibride, i consumatori possono provare capi, esplorare collezioni e acquistare beni di lusso con una semplicità mai vista prima. Queste partnership non sono solo campagne di marketing: sono una nuova forma di storytelling. La moda, attraverso i videogiochi, diventa parte integrante di una narrazione ludica che rafforza il legame con i consumatori, trasformando i prodotti in esperienze e ampliando l’orizzonte del fashion marketing. Ora, per comprendere a fondo il concetto, ci permettiamo di prendere degli esempi eclatanti, partendo da come la Moda ha influenzato il mondo del Gaming:
Final fantasy
La saga di Final Fantasy non è solo una pietra miliare nella storia dei videogiochi, ma anche una piattaforma che ha saputo legare il mondo del gaming con quello della moda. Con il suo mix di storytelling epico e personaggi carismatici, il franchise giapponese ha attratto designer e brand iconici, creando collaborazioni che hanno lasciato il segno. Una delle collaborazioni più memorabili è quella con Vivienne Westwood, la leggendaria designer britannica che ha portato il suo stile unico nel mondo fantasy. In Final Fantasy XV, Westwood ha creato un sontuoso abito da sposa per Lunafreya Nox Fleuret, la principessa co-protagonista del gioco. L’abito, corredato da un ricco velo ricamato, riflette perfettamente lo spirito elegante e mistico della saga, ma con un tocco glamour che solo Westwood poteva ideare.. È così che l’ex regina del punk si è trasformata in una designer fantasy, portando un tocco di alta moda nel regno digitale di Square Enix. Diverso il caso di Lightning, l’eroina di Final Fantasy XIII, che invece è diventata modella per Louis Vuitton. La campagna pubblicitaria della maison francese, firmata dal direttore creativo Nicolas Ghesquière, ha segnato un momento storico: per la prima volta, un avatar di un videogioco è stato scelto come volto di una collezione di alta moda.
Animal crossing
Animal Crossing: New Horizons è stato rilasciato da Nintendo il 20 marzo 2020, in pieno lockdown globale, offrendo una via di fuga da una realtà che sembrava catastrofica e inaspettata. Su un’isola deserta popolata da animali antropomorfi, i giocatori potevano costruire case, fare giardinaggio, arredare interni, e provvedere a sé stessi. Tra le attività più amate dai giocatori c’era quella di personalizzare il proprio avatar con abiti di ogni genere, acquistati nel negozio virtuale Able Sisters. Questa funzione ha assunto un ruolo a uso terapeutico durante i lunghi mesi di lockdown, tanto che il New York Times scriveva il 6 maggio 2020: «Fatevi da parte Armani, Dior, Versace. La moda in tempi di lockdown è un affare da Able Sisters». Proprio perché le boutique fisiche erano chiuse, i giocatori hanno iniziato a ricreare nel gioco versioni digitali di abiti firmati che, nella realtà, non potevano acquistare. L’impatto è stato tale che piattaforme come Vestiaire Collective, specializzate in abiti di seconda mano, hanno reso possibile acquistare i vestiti reali corrispondenti a quelli ricreati nel gioco, mostrando come il confine tra il mondo virtuale e quello reale stesse diventando sempre più labile. Uno dei momenti più emblematici di questa rivoluzione virtuale è stata la collaborazione con Valentino. Il brand italiano ha ricreato venti look delle collezioni Primavera Estate 2020 e Pre-Fall 20/21, disponibili direttamente nel gioco.
Vans/Roblox
Nel settembre 2021, il celebre brand di sneakers Vans ha fatto il suo ingresso nel metaverso con Vans World, un’esperienza interattiva sulla piattaforma di gaming Roblox. Per la prima volta, il marchio californiano non si è limitato a rilasciare collezioni ispirate ai videogiochi, ma ha creato un vero e proprio universo digitale dedicato al suo stile streetwear e alla cultura dello skate. Dentro Vans World, i giocatori possono esplorare ambienti che ricreano skatepark reali, eseguire trick con lo skateboard e personalizzare il proprio look con outfit e scarpe firmate Vans. Un vero e proprio negozio virtuale permette di acquistare componenti per lo skate, dalle tavole alle ruote, oltre a capi d’abbigliamento. Prima di Vans World, il brand aveva già collaborato con l’industria videoludica attraverso collezioni fisiche, come le Nintendo Authentic, scarpe in edizione limitata decorate con i più iconici personaggi Nintendo in grafica 8-bit. Con Vans World, invece, il brand entra direttamente nell’esperienza di gioco, creando un ponte tra il mondo reale e quello digitale, dove i confini tra moda, gaming e lifestyle si fanno sempre più sottili.
Viriamo verso la rotta opposta ora, e comprendiamo l’altra metà di questo fenomeno, con esempi
eclatanti di come il Gaming ha influenzato il mondo della moda:
Fortnite
Fortnite è molto più di un videogioco. È un fenomeno culturale che, nel corso degli anni, ha attirato milioni di giocatori, eventi esclusivi e collaborazioni con i nomi più grandi dell’intrattenimento e della moda. Il titolo di Epic Games continua a vantare tra i 3 e i 4 milioni di utenti connessi ogni ora. Numeri che fanno gola a qualsiasi brand, specialmente a quelli che vogliono affermarsi nel Metaverso e nel fashion digitale. Nike, Balenciaga, Moncler, Sundek e Ralph Lauren sono solo alcuni dei marchi che hanno deciso di collaborare con Fortnite per vestire gli avatar dei giocatori con collezioni esclusive. Star Wars, Marvel, DC, Dune e perfino l’arte di KAWS hanno trovato spazio sull’isola di gioco, dimostrando come il titolo sia diventato una sorta di vetrina per il futuro dell’intrattenimento digitale. Il motivo è semplice: Fortnite permette alle aziende di espandere la propria community, unendo il pubblico videoludico con quello della moda, della musica o del cinema. Nonostante il titolo non sia più il fenomeno mainstream di qualche anno fa, resta un punto di partenza obbligato per chiunque voglia esplorare il rapporto tra moda e mondo virtuale. Se il futuro è digitale, Fortnite è ancora oggi il passaggio obbligato per arrivarci.
Gucci/The Sims
Un esempio perfetto di questa sinergia è la collaborazione tra Gucci e The Sims nell’ottobre del 2020. La maison fiorentina ha scelto proprio il celebre life-simulator per far debuttare la sua collezione sostenibile Off the Grid, regalando agli utenti repliche digitali dei capi e degli accessori della linea. The Sims 4 rappresentava il palcoscenico perfetto per mostrare la propria visione sostenibile a un pubblico di milioni di giocatori. La Maison ha infatti annunciato una collaborazione presentando il lavoro di due content creator
della community di The Sims, la prima riproduzione digitale di una linea di moda sostenibile: Gucci Off The Grid. Il designer conosciuto con il nickname di Grimcookies, già famoso custom content creator della piattaforma, ha riprodotto alcuni articoli della collezione Gucci Off The Grid, mettendoli a disposizione dei giocatori attraverso una mod del gioco. I cappelli e le scarpe potranno essere indossati dai personaggi di The Sims, mentre gli zaini e altri accessori potranno essere utilizzati come decorazioni nelle case dei giocatori. Grimcookies ha anche digitalizzato la campagna Gucci Off The Grid,con testimonial come Jane Fonda. Nella vita reale, la collezione Gucci Off The Grid è realizzata con materiali rigenerati, riciclati, biologici e provenienti da fonti sostenibili; nel gioco, quando i gamer utilizzano gli accessori Gucci Off The Grid, entrando in una stanza l’umore dei personaggi di The Sims migliora.
Kenzo/Sonic
Kenzo, il brand fondato dallo stilista giapponese Kenzō Takada, nell’ottobre del 2018 ha sperimentato un approccio completamente nuovo allo shopping online. L’esperimento si chiamava Kenzo Shopping League ed era molto più di un semplice e-commerce: si trattava di una vera e propria competizione videoludica, in cui gli utenti potevano tentare di acquistare le nuove sneakers Sonic (prodotto in edizione limitata) solo giocando – e vincendo. Il gioco era disponibile solo per un determinato periodo di tempo e i partecipanti dovevano superare sfide in stile arcade per avere la possibilità di acquistare il prodotto. Le scorte in palio erano ultra-limitate, solo 100 paia di sneakers, e l’acquisto non era garantito neppure a chi partecipava. Nonostante Kenzo Shopping League fosse legato a un solo prodotto, l’iniziativa ha avuto un grande successo, specialmente all’interno della piattaforma WeChat Games, molto popolare in Cina. Kenzo Shopping League ha dimostrato che non basta più vendere un prodotto: bisogna trasformare l’acquisto in un’esperienza unica e coinvolgente. E il mondo dei videogiochi è il terreno perfetto per questa rivoluzione del retail.
Balenciaga/Afterworld
Nel dicembre del 2020, Balenciaga ha sfidato le convenzioni delle sfilate di moda tradizionali con il lancio di Afterworld: The Age Of Tomorrow, un videogioco ambientato nel 2030. Ideato dal direttore creativo Demna Gvasalia, noto per le sue visioni innovative, il gioco ha rappresentato una risposta alla pandemia e alle restrizioni imposte, offrendo un nuovo modo di presentare la collezione Autunno 2021. In Afterworld, i giocatori esplorano una metropoli oscura e futuristica, vestendo i propri avatar con total look firmati Balenciaga. Il gioco non è solo una vetrina virtuale, ma un’esperienza immersiva che permette di interagire con il pubblico in modo unico, creando una connessione tra moda e intrattenimento che va oltre il semplice passaggio sulla passerella. I 50 look maschili e femminili presenti nel gioco combinano influenze disparate, dai fiori romantici agli stivali in stile armatura del Seicento, fino alle divise futuristiche ispirate alla NASA. Gvasalia ha descritto questa collezione come un “guardaroba immaginario del 2030”, una fusione di epoche e stili che riflette le ansie e le aspirazioni di un futuro incerto. L’evoluzione del fashion attraverso il gaming suggerisce che le sfilate virtuali e i mondi digitali potrebbero diventare la norma, offrendo esperienze personalizzate e coinvolgenti che superano le limitazioni fisiche e abbattono le barriere tra moda, tecnologia e cultura pop.
A cura di Antonio Di Pierro